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Jacopo della Quercia.

Scultore senese. Notevole importanza ebbe l'esperienza scultorea di J. per lo sviluppo figurativo del Quattrocento toscano: si formò nella sua città, sulla locale tradizione gotica, ma vi seppe fondere le tendenze innovatrici della nascente cultura rinascimentale. Nelle sue sculture i valori compositivi ritmici, tipici dell'arte gotica, si fusero con quelli plastici, sintetici, evidenziati in funzione espressiva. Ogni figura determinava classicamente lo spazio, e ogni spazio era rigorosamente commisurato sulla figura secondo i canoni quattrocenteschi. L'impostazione costruttiva a spirale delle immagini e l'accentuazione dell'elemento plastico come dominante la composizione, anche nelle opere scultoreo-architettoniche, fanno pensare a un contatto diretto con l'opera di Giovanni Pisano, suo concittadino, pur in assenza di esplicite testimonianze in questo senso. La prima notizia certa riguardante J. è quella della sua partecipazione al concorso per la seconda porta del battistero di Firenze nel 1401. Già nella prima opera attribuitagli con sicurezza dalla critica, la Tomba di Ilaria del Carretto (1406) nel duomo di Lucca, lo stile di J. appare completamente definito: il ritmo ondoso del panneggio che avvolge la figura giacente si distende in corrispondenza dei piani del corpo, mentre il linearismo gotico sottolinea la rigidezza della morte. Del 1408 è la Madonna col Bambino del duomo di Ferrara, mentre la Fonte Gaia fu eseguita in diverse riprese tra il 1409 e il 1419. Questa, tradizionalmente concepita a "cisterna", era chiusa su tre lati da un parapetto in cui si alternavano pilastri articolati e nicchie poco profonde includenti figure allegoriche. La struttura architettonica diventò puro supporto alla scultura. Le figure, impostate sul modulo della spirale secondo la figurazione tardo-gotica, unirono alla tensione tipica di questa struttura l'imponenza della visione classica; di fondamentale importanza per un tale effetto fu la resa del ritmo chiaroscurale attraverso l'intersezione dei piani plastici, peculiarità dello stile di J., in cui la linea perdeva la funzione pittorico-ritmica della concezione gotica per diventare confine tra luce ed ombra, elemento costruttivo e non più decorativo. La fontana, realizzata per la piazza del Campo di Siena, è ora conservata nel Palazzo Pubblico della stessa città. La soluzione plastica della contrapposizione dei piani assunse un significato espressivo più accentuato nella Pala d'altare della Famiglia Trenta (1416-22) della chiesa di San Frediano a Lucca. In questo periodo furono affidate contemporaneamente all'artista diverse opere che furono però realizzate con notevole discontinuità, a causa soprattutto delle tormentate vicende personali dello scultore, costretto a continui trasferimenti da una città all'altra, fra le continue proteste dei committenti. Si notano spesso, in un medesimo ciclo, differenze stilistiche abbastanza rilevanti, dovute al tempo intercorso fra un periodo di lavoro e l'altro. Di questo gruppo di opere fanno parte, tra l'altro, i bassorilievi per la facciata di San Petronio a Bologna, il monumento al giureconsulto Vari, rimasto incompiuto, e un pannello bronzeo per il fonte battesimale di Siena. Per San Petronio J. eseguì le formelle in bronzo per il portale e le sculture della sovrastante lunetta. Nelle prime, che rappresentano le storie della Genesi e dell'infanzia di Cristo, emerse un linguaggio plastico articolato e complesso in cui l'intensità espressiva era affidata al movimento delle figure nello spazio e ad una studiata rispondenza ritmica, più che al contrapporsi di luci e ombre, di piani e di linee spezzate, sebbene questi elementi mantenessero la loro importanza. Nei riquadri realizzati in epoca più tarda, come la Fuga in Egitto, J. accentuò l'elemento ritmico conferendo un'alta espressività alla composizione: la contrapposizione plastica venne utilizzata dall'artista in funzione drammatica. Sempre della cattedrale bolognese sono le statue a tutto tondo di S. Petronio e della Madonna col Bambino, cui senz'altro guardò Michelangelo nel concepire le figure della Cappella Sistina (Siena 1374-1438).